14-10-2009

n.sentenza:
ANCORA SUI "PATTI CHIARI TRA AVVOCATO E CLIENTE": PATTO DI QUOTA LITE

Questo tipo di contratto appare essere quello che più si avvicina alle esigenze del cliente nei casi di risarcimento danni in quanto lega il pagamento della parcella, per le prestazioni professionali di una singola pratica, all'effettivo beneficio che lo stesso cliente trarrà dall'attività dell'avvocato. E' possibile infatti concordare tale compenso con una percentuale della somma ottenuta e cioè "recuperata". In pratica il cliente paga solo se il risultato sarà positivo e con una parte di quanto il giudice ha stabilito come risarcimento. Avv. Roberto Pacchioli

05-10-2009

n.sentenza: 19400
PATTI CHIARI TRA AVVOCATO E CLIENTE

Il rapporto tra avvocato e cliente, quando non è basato su regole chiare e patti definiti, può diventare un rapporto difficile. In alcuni casi, come quello risolto dalla sentenza in commento, è necessario l'intervento sia della magistratura che del Consiglio dell'Ordine per definire una questione che non sarebbe neanche dovuta sorgere. La sentenza n. 19400 del 2009 ha recentemente affrontato proprio il problema di due contestazioni specifiche formalizzate da un cliente nei confronti del proprio legale. Il caso riguarda una parcella eccessivamente alta, a detta del cliente, e la scarsa trasparenza nella gestione della causa. Il CNF ha sanzionato l'avvocato con la censura per non aver prospettato in maniera trasparente alcuni passaggi del giudizio ritenendo però legittima la richiesta di compenso. La Cassazione ha confermato questa decisione rigettando il ricorso dell'avvocato. Il dato che emerge chiaramente dalla sentenza in questione è che il rapporto professionale e di fiducia che deve intercorrere tra avvocato e cliente richiede la massima trasparenza su compensi e ruoli. Alla fine di un percorso iniziato male, infatti, non c'è un vinto e un vincitore ma solo due sconfitti. Il rimedio per evitare di trovarsi in questa situazione è quello di investire sulla trasparenza e sulla correttezza. La strada è segnata anche dalle recenti modifiche legislative che hanno imposto nella professione forense un ulteriore dovere rispetto a quelli già insiti nella legge professionale. Anche gli ordini si sono adeguati alla nuova fase "post liberalizzazioni" suggerendo formule tipizzate di contratti che hanno lo scopo di mettere subito in chiaro i ruoli e le competenze. Massima correttezza e trasparenza devono contraddistinguere il rapporto tra cliente e avvocato. Spetta all'avvocato garantire queste condizioni ma anche e soprattutto al cliente chiederle e pretenderle. Avv. Roberto Pacchioli

18-12-2008

n.sentenza: 2437


La Cassazione riscatta l’autolegittimazione dell’attività medica come professione di “pubblica necessità” e facendo così vacillare l’importanza del consenso informato. Infatti il chirurgo può sottoporre il paziente sotto anestesia a un trattamento diverso e più invasivo, rispetto a quello precedentemente autorizzato, anche in mancanza del consenso, senza incorrere in responsabilità penale, quando l’intervento abbia poi prodotto “un beneficio per la salute” di chi lo ha subito. Ecco perché lo scorso 18 dicembre le Sezioni unite penali della Suprema corte hanno deciso di mettere dei paletti al consenso informato del paziente, almeno sul fronte della responsabilità penale, risolvendo un acceso contrasto di giurisprudenza.

30-09-2008

n.sentenza: 24334
Liti con compagnie telefoniche, conciliazione obbligatoria a tutto campo

I cittadini in lite con le compagnie telefoniche per una bolletta o per l’esistenza del contratto, anche prima di essere formalmente dei clienti devono vedersela fuori dalle aule di giustizia. Infatti sono tenuti a conciliare davanti al Corecom (comitato regionale per le comunicazioni) e, solo in caso di insuccesso, possono adire l’autorità giudiziaria ordinaria. Sentenza 24334 del 30 settembre 2008

23-09-2008

n.sentenza: 36475
Cattiva manutenzione delle strade comunali? Il sindaco rischia una condanna per lesioni colpose

Il sindaco, con delega ai lavori pubblici, e il responsabile dell'ufficio tecnico comunale che non si attivano per verificare la manutenzione delle strade, rischiano una condanna per lesioni colpose, se qualcuno si fa male. Sentenza 36475 del 23 settembre 2008

29-08-2008

n.sentenza: 21816
Multato per essere passato col rosso? Invalido il verbale se c'è un testimone

Il verbale di contravvenzione per attraversamento dell'incrocio con semaforo rosso non vale fino a querela di falso. Infatti gli automobilisti possono fare annullare la multa facendo testimoniare su come si sono svolti effettivamente i fatti. Sentenza n. 21816/08

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n.sentenza:
Concorso di persone

Il concorso di persone nel reato ha - secondo la teoria monistica accolta dal legislatore - struttura unitaria, nella quale l'azione tipica è costituita dall'insieme delle condotte dei vari compartecipi, purchè sussistano, sotto l'aspetto oggettivo, la connessione causale degli atti dei singoli compartecipi e, sotto l'aspetto soggettivo, la consapevolezza dei singoli autori del collegamento finalistico tra i vari atti. Ne consegue che essendo gli atti dei singoli nello stesso tempo atti loro propri ed atti comuni a tutti i compartecipi, di essi ciascuno risponde interamente. Pertanto, l'attività  costitutiva del concorso non consiste solo nella partecipazione all'esecuzione del reato, ma può essere configurata da qualsiasi contributo, materiale o psicologico, consapevolmente apportato a tutte o ad alcune delle fasi di ideazione, organizzazione o esecuzione dell'azione criminosa. (Nella specie è stato ritenuto perfettamente inquadrabile, dal punto di vista oggettivo, nella tipica attività  concorsuale la fornitura di armi per commettere il reato di rapina, posto che, sotto l'aspetto soggettivo, era stato del tutto provato che il fornitore fosse consapevole dell'uso che di esse sarebbe stato fatto).

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n.sentenza:
Reato continuato

Quando la stessa persona sia imputata dei due reati suindicati, con riferimento alle medesime comunicazioni va riconosciuto che i due reati sono unificati ex art. 81 cpv. c.p. e, pertanto, il giudice competente è da individuare ai sensi degli art. 12 lett. b) e 16 comma 1 c.p.p. in quello nel cui circondario è situato luogo di commissione del primo reato, necessariamente quello di cui all'art. 617 quater comma 1 c.p.

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n.sentenza:
Concorso di persone

E' applicabile in astratto l'unificazione tra reati con il nesso della continuazione anche in caso di concorso di persone ex art. 116 c.p. in quanto esso è equiparato a tutti gli effetti al concorso tipico di cui all'art. 110 c.p. (La Suprema Corte ha affermato nella fattispecie che al fine di applicare l'unificazione con il nesso di continuazione tra i reati di tentata rapina e omicidio è necessario valutare se sussiste la rappresentazione in concreto dell'evento letale verificatosi e cioè, se in base alle risultanze processuali acquisite è possibile o meno ricomprendere in tale rappresentazione quel programma criminoso con cui si identifica il medesimo disegno di cui all'art. 81 c.p.).

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n.sentenza:


Il contratto di agenzia richiede la forma scritta ad probationem - anche se stipulato prima della riforma dell'art. 1472 c.c., intervenuta ad opera del D.Lsg. n. 303/1991 - a dimostrare il diritto dell'agente, che abbia svolto anche l'attività  di riscossione in virtù di un incarico conferitogli informalmente e contestualmente alla stipula del contratto di agenzia, ad un compenso ulteriore.

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n.sentenza:


Il trattamento economico dovuto dall'ENASARCO agli agenti di commercio in caso di risoluzione del rapporto di agenzia, essendo casualmente correlato alla contribuzione che il preponente corrisponde a detto ente, ha natura previdenziale (per risalenti enunciazioni del noto principio, cfr. Cass. Sez. Lav. n. 2685 del 1990), di guisa che per l'indennità  di scioglimento del contratto vige il principio dell'automatismo operante nella materia delle assicurazioni sociali. Come noto, in forza del principio generale dell'automatismo delle prestazioni previdenziali, queste ultime spettano al lavoratore anche quando i contributi dovuti non siano stati effettivamente versati dal soggetto tenuto al versamento.

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n.sentenza:


Nella vigenza di un contratto di agenzia, caratterizzato come tale dall'autonomia dell'agente, non costituiscono indici di subordinazione atti a determinare nell'agente il convincimento della instaurazione di un rapporto di lavoro di tipo subordinato: l'orario di lavoro (che può costituire una libera scelta dal lavoratore che ha inteso organizzare in tal modo il proprio lavoro), la messa a disposizione da parte del committente di una postazione di lavoro (ipotesi che risponde alla esigenza di un servizio organizzato, coordinato e certamente più efficiente), la generale soggezione al potere di eterodirezione del committente stesso. Con particolare riferimento a quest'ultimo aspetto, è noto che ai sensi dell'art. 1746 c.c. anche l'agente deve eseguire l'incarico affidatogli in conformità  delle istruzioni ricevute, nè il potere di eterodirezione risulta essere di tale incisività  da annullare l'autonomia dell'agente. Nel generale potere di indirizzo del committente rientra, alllo stesso modo, la facoltà  di disporre la partecipazione degli agenti a corsi di formazione o conventions.

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